Il primo riguarda la contestazione mossa dal consigliere di minoranza Marco Morelli dell’UPT, relativa alla decisione assunta dalla nuova Amministrazione, di abbandonare il progetto funiviario per il rilancio della Panarotta. Siglato il 5 febbraio c.a., dalla precedente amministrazione, d’intesa con PAT, Trentino Sviluppo ed i comuni di Levico e Rocegno, esso, com’è noto, prevede il collegamento funiviario tra Levico e la Panarotta, ma è stato giudicato eccessivamente oneroso dalla nuova consiliatura perginese.
L’opera presenterebbe un disavanzo annuo di oltre 500.000 euro, che, in tempi in cui è necessaria un’oculata gestione dei fondi pubblici, rappresentano un onere eufemisticamente non irrilevante.
La soluzione quindi per il rilancio della montagna valsuganotta, passa attraverso il più economico rifacimento dell’impianto di risalita della malga Montagna Granda e la riqualificazione delle piste attuali, affiancate da strutture utilizzabili anche nel corso dell’estate.
E’ indubbio che una tale determinazione, non dovrebbe sollevare obiezioni rispetto alla disattesa di un accordo pregresso, siglato, peraltro, dai precedenti amministratori perginesi, quanto ne dovrebbe destare valutazioni di segno opposto ed in particolare:
come esso sia stato possibile, premesso che la congiuntura economica, a febbraio, aveva già ampiamente manifestato la sua consistenza e che ulteriori ragioni di opportunità imprenditoriale, più che di sapiente amministrazione pubblica, avrebbero dovuto sconsigliarne la pianificazione. E’ infatti ampiamente noto come ormai gli impianti di risalita, specie quelli più a bassa quota, non riescano a far quadrare i conti delle gestioni preposte al loro funzionamento e inoltre di quanto la crisi economica, stia incidendo sulle tasche delle persone, con conseguenti contrazioni delle rispettive disponibilità per spese ludiche e voluttuarie.
Il secondo punto riguarda la nota polemica, scaturita dall’affermazione del neo sindaco, imprenditore, secondo la quale il Comune sarà gestito come un’azienda, nella quale i cittadini saranno soci d’impresa. Un paragone che è stato assimilato alle note “boutade” dell’ex presidente del consiglio Berlusconi, ma che nel caso di specie dovrebbe far riflettere. Non si tratta come hanno detto vari esponenti della minoranza (Marco Morelli, Daniele Lazzeri e Marina Taffara) di sminuire il ruolo del Consiglio Comunale, di misconoscere le responsabilità di dirigenti e funzionari comunali, né tantomeno di mutuare logiche di mero profitto all’interno della prassi gestionale del comune, dimenticando le categorie più deboli e le urgenze sociali e culturali, ma piuttosto di considerarne le necessità, evitando di disperdere risorse preziose anche mediante modalità di gestione “rigide” e prive della necessaria rapida ed elastica visione d’insieme, delle priorità di una comunità in continuo divenire qual’è ormai quella perginese.
Questa visione trova già prova tangibile del suo pragmatico fondamento , proprio nella decisione di disattendere il protocollo sottoscritto dalla vecchia amministrazione, per la realizzazione del nuovo grande impianto di fondovalle per la funivia della Panarotta.
Se il buon giorno si vede dal mattino e se la coerenza non farà difetto alla nuova Amministrazione comunale, Pergine avrà modo di destreggiarsi agevolmente tra le difficoltà che, nei prossimi mesi, a detta di molti, non mancheranno di acuirsi sulla vita di tutti i cittadini.
Stefano Radi